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Il percorso di gara

Il percorso della maratona di New York attraversa tutti e cinque i quartieri che compongono questa metropoli: Staten Island, Brooklyn, Queens, Manhattan e Bronx. Manhattan è una parola indiana che significa "l'isola delle colline": non ci si può aspettare dunque che un tracciato vario, e qualche volta anche impegnativo. Con una sorta di pagella, dove 1 corrisponde ad un percorso piatto e 10 ad una maratona molto difficile, quella di New York ha un valore medio, 5, come Roma e Boston. Il percorso è contrassegnato ogni miglio (ogni 1609 metri) ma vengono segnalati anche i chilometri, solamente però ogni cinque.

La corsa parte da Staten Island e precisamente dal ponte di Verrazzano ed il primo miglio è tutto in leggera salita e quindi, anche se euforizzati dall'atmosfera dell'evento, non è consigliabile spingere troppo perché ciò determinerebbe un'elevata spesa energetica. Se anche al primo miglio si è leggermente in ritardo sulla tabella di marcia a causa della salita, in quello successivo, tutto in leggera discesa e che conduce alle porte del quartiere di Brooklyn, si può parzialmente recuperare lo svantaggio.

Dal terzo chilometro inizia il bagno di folla: ad assistere alla gara ci sono un paio di milioni di festosi spettatori, tra i quali anche numerosi italo-americani, e tutti che protendono la mano verso i podisti per avere dai partecipanti un segno di risposta: il famoso "cinque” (give me five). Lungo il percorso ci sono anche molte bande musicali, majorette e "fanatici" della musica che hanno radio a tutto volume. Non fatevi prendere troppo da questo entusiasmo e rilassatevi: mollate le tensioni superflue delle spalle e del torace abbandonando frequentemente le braccia lungo il busto. Guai a sprecare energie correndo troppo velocemente in questa prima parte di gara e con troppe tensioni.

Fino al quindicesimo chilometro non ci sono difficoltà particolari da superare perché l'andamento del percorso, pur essendo ad ogni modo leggermente variato, è tuttavia piuttosto scorrevole. Dal sedicesimo al ventunesimo chilometro, quando si entra nel quartiere del Queens, ci sono alcune salite brevi ed abbastanza ripide che si devono affrontare senza aumentare la spinta. Il ritmo di corsa ovviamente calerà un po' ma c'è il modo di recuperare nelle successive discese i secondi persi in salita.

Il primo tratto veramente impegnativo è al ventitreesimo chilometro, quando si devono salire le rampe del Queensboro Bridge, il ponte che collega il quartiere del Queens a quello di Manhattan. Dalle rampe di questo ponte si gode una spettacolare veduta panoramica dei grattacieli della città. I primi seicento metri sono abbastanza ripidi e poi, per quattrocento metri, la salita spiana leggermente. È probabile quindi che si possano avvertire i primi segni della fatica ed è quindi importante non forzare l'andatura, ma limitarsi a correre sempre con atteggiamento rilassato. Nella successiva discesa, lunga circa un chilometro, lasciatevi portare dal favorevole dislivello ma senza spingere troppo perché il pesante impatto dei piedi con il terreno potrebbe far venire i crampi ai quadricipiti.

Alla fine della rampa del ponte s'imbocca la First Avenue, un rettilineo lungo sei chilometri caratterizzato da numerosi saliscendi più o meno impegnativi. È in questo tratto del percorso che potrebbero cominciare le difficoltà, soprattutto se non si è riusciti a gestire al meglio le energie. Quando affrontate le salite accorciate leggermente il passo, inclinate leggermente il busto in avanti, ed aumentate anche l'ampiezza e la frequenza del movimento delle braccia per aiutarvi a mantenere con più facilità la cadenza delle falcate.

Dal trentaduesimo al trentacinquesimo chilometro si transita nel Bronx per rientrare ancora in Manhattan, attraverso il sobborgo di Harlem. Questi tre chilometri sono completamente piatti ma le difficoltà di questo punto potrebbero arrivare dal fondo stradale. Qui, ma come anche in altri numerosi tratti del percorso, potreste trovare l'asfalto ridotto piuttosto male, rattoppato ed irregolare, e l'appoggio dei piedi potrebbe essere in qualche caso precario. Mantenete sempre lo sguardo dieci/venti metri avanti a voi per scegliere la traiettoria migliore.

Si lascia Harlem subito dopo il trentaseiesimo chilometro e s'imbocca la Fifth Avenue per abbandonarla dopo un paio di chilometri, quando si gira a destra per entrare nel Central Park. A questo punto inizia la parte più difficile dell'intera maratona perché le gambe sono stanche e si devono superare un paio di insidiose salite. Molti sono i concorrenti che transitano in vantaggio sulla tabella di marcia al trentacinquesimo chilometro ma che vedono sfumare i sogni di migliorare la propria prestazione perché, troppo stanchi, non riescono ad affrontare bene queste salite. Per superare con successo questo insidioso tratto dovete disporre ancora di buone energie e ciò è in funzione di come si è impostato il ritmo di corsa nella parte precedente della maratona. Come indicato prima, quando la strada sale si deve accorciare sempre il passo, cercando di usare la spinta dei piedi ed aumentando la frequenza del movimento delle braccia. In discesa ci si deve rilassare, abbandonando le braccia lungo il corpo per rilassare le spalle. Approfittate anche dell'incitamento del pubblico, che qui è particolarmente numeroso, per ritrovare forza psicologica e morale.

Al quarantesimo chilometro c'è una lunga e piacevole discesa (quattrocento metri) che porta fuori dal parco, vicino all'hotel Plaza. In questa discesa approfittatene per raccogliere le ultime energie ed affrontare il falsopiano di Central Park South al termine del quale, a Columbus Circle, girerete a destra per percorrere gli ultimi quattrocento metri.

Sarà un momento molto emozionante, sia perché il traguardo è vicino, ma soprattutto perché c'è molta gente ad applaudirvi. Gustatevi questa soddisfazione: ve la siete meritata.


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