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Canzoni casuali

Salgo in casa e cerco di vestirmi adeguatamente. Niente da fare tengo la maglietta grigia che indosso (così non dovrò stirarne due...) e penso: "Come son cambiati i tempi in cui mettevo la roba sudata nella cesta e riappariva linda e stirata". Frugando a lungo trovo un paio di calzoncini blu, coperti di puntini di vernice. Li usavo ad imbiancare, non faranno figo, ma van più che bene; ci sarà tempo per cercare quelli puliti. Apro la scarpiera: le Adidas sono devastate, senza solette e rigide, vada per le Nike altrattanto rigide ma almeno con le solette. Prima di uscire passo dalla cucina e ficco le scarpe nel cesto del nero. D'istinto cerco il cardio ed il cronometro che non trovo. Lo faccio solo cinque minuti, poi ragiono! Prendo cellulare con cuffie ed esco.

Yes! Come ai vecchi tempi sulla strada, io e la musica a manetta nelle orecchie! Imposto "Canzoni casuali" e... mi parte Pippi Calzelunghe. Ok. Usavo il cellulare per fare addormentare mia figlia ed ora le canzoni degli Iron Maiden sono state un po' sostituite. Supererò questo purgatorio, lo supererò e sotto la doccia canterò a squarciagola "I will survive" di Gloria Gaynor quanto è vero che mi chiamo Il Nick!

Dai ragazzo: parto in salita. Grazie a Dio dopo Pippi si lanciano i Matrioska con "La domenica mattina" e sono già alla stazione. Il passo è vergognoso. Non si alza, non ho elasticità, forse sto correndo solo dentro me stesso ma quelli che mi vedono osservano solo un uomo pirla che cammina facendo strane facce! Con "Capitan Harlock" tocco il fondo... ma mi accorgo che so ancora le parole. Supero il passaggio a livello (chiuso) ma temo di esser troppo lento per evitare il treno, tanto di legno mi sembran le gambe.

Via con i Negrita "Ho imparato a sognare" proprio mentre esco dall'abitato ed i campi si aprono intorno a me. Ora soffro ma non come prima. Soffro come un sadomaso frustato che sa che dopo avrà comunque un orgasmo. Rifletto sulla canzone ed in effetti ho imparato a sognare! Il sogno dell'orgasmo svanisce su "Che dolor" di Raffaella Carrà. Resta la fatica. Non esagerata, certo, ma fastidiosa.

Parte Baglioni e lo salto, che sto già male di mio mentre l'afa e l'umidità schifosa della pianura bellinzaghese mi invade anche le narici. Ciò nonostante non dubito del mio incedere e la mente compie un circolo tra ricordi, lavoro attuale, famiglia e sterrato. Così parte Guccini: "Don Quixotte" (ho usato la "x" per far figo, ma non so se sia davvero corretto!) mentre mi riappresto al passaggio a livello (ancora chiuso). Immagino di sfidare tutto e tutti e presentarmi alle Olimpiadi dopo Londra come nazionale nella maratona, come il cavaliere che sfidava i mulini a vento... poi arrivo al passaggio a livello e la capocciata contro la seconda sbarra mi ridesta dalle stupidate e non era nemmeno una pala del mulino.

Gli Stadio mi accompagnano in discesa allo stesso passo con cui salivo con "Vorrei, come nei versi dei poeti, nel diario dei segreti..." verso casa. Orami non mancano più di cinquecento metri e tento di tenere alte le ginocchia, far girare le gambe rotonde e... non morire. Accelero a palla appena parte Ron "Joe temerario" che non finisco di ascoltare poiché stoppo il cellulare davanti al portone. La vecchia vicina mi guarda e mi dice "Non è giornata per correre". Io le rispondo "Correre è come il Crema e gusto, ogni momento è quello giusto". Entro in casa che rido e rido e godo... ma l'orgasmo no, nemmeno sotto la doccia. Poi sudo per circa mezz'ora e quindi tutto torna uguale, ma solo un po' più colorato.

Nicola Bovio


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