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Faenza / Km 104

Non fatevi trarre in inganno quando vedete il cartello che segnala a grandi lettere "Faenza, Comune d'Europa, Premio Europa 1968", cartello sempre nascosto dietro i sorrisi soddisfatti dei centisti in posa per la foto d'obbligo: manca ancora qualche chilometro alla conclusione, anche se ufficialmente siamo già in città. Faenza - a soli 35 metri sul livello del mare - fu fondata dai Romani nel 180 a.C. nel punto di incontro tra la via Emilia e la valle del Lamone e possiede grandi tesori d'arte. In particolare è rinomata per la sua produzione di ceramiche, conservate nel Museo internazionale della Ceramica, di via Campidori 2 (tel. 0546/21240) che conserva maioliche e terraglie faentine dei secoli XV e XVI, ceramiche popolari e devozionali, ed opere contemporanee tuttora realizzate in una delle oltre cinquanta botteghe artigiane dove vengono custoditi ancora oggi i segreti di questa arte antichissima. Da visitare - oltre alla piazza del Popolo disegnata da Giuliano da Maiano (luogo d'arrivo della "Centochilometri del Passatore" con la seicentesca Torre Civica che sovrasta i portici) - il Duomo, con il palazzo Episcopale, il neoclassico palazzo Milzetti, il palazzo del Podestà (antica residenza della Magistratura), il Teatro Masini e la pinacoteca comunale. Di interesse podistico invece le targhe affisse al muro di fronte al tavolo del ristoro finale (sotto i loggiati, sulla sinistra del palco di arrivo) che recano i nomi dei vincitori di ciascuna edizione della "Centochilometri del Passatore", dalla prima a quella dell'anno passato. Il mese successivo, l'ultima domenica di giugno la città scende in piazza per assistere al tradizionale Palio del Niballo, una manifestazione che inizia la mattina con la sfilata in costume, canti e danze dell'epoca, prosegue nel pomeriggio con l'atteso torneo nel quale i cavalieri, due alla volta, cercano di colpire il "saracino" e si conclude con il festoso rogo del bersaglio. Particolare infine è anche la ricorrenza dell'ultimo giorno dell'anno, la cosiddetta "Nott del bisò" festeggiata con vino brulé (bisò), salsiccia e dolci tipici romagnoli nella stessa piazza del Popolo che ha accolto i centisti alla fine di maggio.

  


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