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Gran Canaria Maratón, Las Palmas de Gran Canaria (Spagna)

MARATONA GRAN CANARIA
OVVERO STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

DI MARIO FERRI

Era da tanto tempo che promettevo al mio amico Gianni di andare a trovarlo a Las Palmas, capitale di Gran Canaria, ma avevo sempre rimandato l'appuntamento per un motivo o un altro. Lui vive lì da quindici anni ed è proprietario di due ristoranti nel centro della città, ma avendo un figlio a Prato, viene spesso a trovarmi ed i nostri rapporti di amicizia rimangono sempre vivi. Pochi anni orsono, ad appena cinquant'anni, ha contratto il morbo di Parkinson e da allora la sua vita è cambiata radicalmente: ha abbandonato il lavoro attivo ed è andato prematuramente in pensione per invalidità.

Ad ottobre con la mia Antonella, in concomitanza della maratona locale, abbiamo deciso finalmente il viaggio e prenotato il volo. Data dell'evento: il 22 gennaio. Da quel momento ho avuto con Gianni un periodico scambio di messaggi di posta elettronica per programmare l'evento insieme, io per i quarantadue chilometri, lui per la mezza maratona, ed in questo periodo ho cercato di dargli tutti i consigli che si possono dare ad un esordiente, dalle scarpe, ai calzini, alle creme, alle tabelle di allenamento. Purtroppo ad ogni rendiconto settimanale si doveva ripartire da zero: il problema è che la volontà di Gianni è tanta, ma gli impulsi che il cervello dà al suo fisico sono altri: quando si bloccava un piede, quando un braccio; a volte tutta la persona rimaneva "in folle", magari in mezzo ad una strada, fino a quando una delle innumerevoli pasticche che Gianni si porta appresso non risolveva la situazione.

Al mio arrivo a Las Palmas una sorpresa: sulla cronaca sportiva di "Gran Canaria 7" si dava risalto alle 377 maratone della mia carriera con tanto di foto. Era stato Gianni che aveva organizzato tutto, ed a mia insaputa. Abbiamo passato i due giorni precedenti la gara insieme, non allenandoci, ma facendo i turisti assieme alla sua compagna Natalia.

Finalmente il giorno della gara. Colazione alle sei, con burro, marmellata, spremuta di arancio ed alcune fette di mango mangiate con sospetto (con il senno di poi, a ben ragione) e poi di corsa alla partenza, deposito borse, caos a non finire, un bacio alle signore e, via dentro i cancelli assegnati. Adrenalina alle stelle, musica dei Queen ed un colpo di pistola seguito da migliaia di coriandoli, hanno dato il via alla gara.

La manifestazione si snoda su un anello di ventuno chilometri da ripetersi due volte, e con Gianni ero d'accordo che lo avrei ripreso al secondo giro per finire la gara insieme. Nel caso di ritiro forzato, l'appuntamento sarebbe stato al cartello del quarantunesimo chilometro, per correre almeno l'ultimo tratto spalla a spalla.

Verso il decimo chilometro c'è una doppia corsia, dove per un tratto i più veloci si incrociano con i più lenti. Transitando di lì ho visto passare gli ultimi e poi il vuoto, ma, prima di curvare ecco Gianni intento a superare un vecchietto! Mi sono emozionato e lo incitato a voce alta: "Non c'è più nessuno dopo di te se non l'ambulanza! È poco importante questo, ma lo è invece la lotta con te stesso e contro te stesso!". Gianni aveva fatto circa tre chilometri, la sfida era iniziata. Natalia lo aspettava e, con Antonella, andavano avanti ed indietro per incontrarlo e confortarlo in caso di ritiro. Alla fine lo hanno visto - è vero! - ma dopo tre ore e cinquantaquattro minuti, all'arrivo con la mano alzata che gridava "Adriana! Adriana!".

Io avevo avuto ragione la mattina a guardare con sospetto il mango, poiché dopo aver passato la mezza intorno all'ora e cinquanta, sono iniziati i guai intestinali, ed ho terminato la gara in quattro ore e venti. Preoccupato di cercare posti più consoni a liberarmi delle mie "pene", ed a fare i conti con principi di crampi, non ho scorto il cartello dell'ultimo chilometro e solo quando ho visto il gonfiabile che indicava il traguardo mi sono resto conto che Gianni non c'era. Mi sono rattristato, ma dopo un attimo l'ho visto venirmi incontro, apostrofandomi "È questa l'ora di arrivare?!?". Gli ultimi duecentro metri, magnifici, con lui a gridare "Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!" e centinaia di persone a urlare "Animo! Animo!". Insieme con lui a tagliare il traguardo, mano nella mano.

Il giorno dopo i giornali hanno riportato foto, articoli e pure la classifica finale della mezza maratona: Gianni ultimo arrivato o "primo rovesciato". Un personaggio famoso ha detto che l'importante è partecipare; un altro, altrettanto famoso, che l'importante è invece trovare la forza di partire. Ebbene, questa seconda affermazione penso almeno in questo caso sia la più appropriata!

Dopo le congratulazioni di tanta gente, pure la commozione di Natalia, rea di aver avuto scarsa fede. Come professoressa di musica quale è c'è da capirla: se suoni il piano e sbagli nota, la melodia va in malora. Ma gli accordi dei maratoneti, anche se stonati, a volte producono delle melodie meravigliose che fanno bene al cuore ed all'animo sia dei protagonisti che di chi li accompagna.

La scommessa per il prossimo anno sarà per me di riuscire a riprendere Gianni prima che tagli il traguardo dei ventuno chilometri. Mi sa che dovrò allenarmi, e bene, ma questa volta non mi farò... sedurre dai frutti esotici.


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