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Turin Marathon, Torino

TURIN MARATHON 2009 - FOTOGRAFIA DI GIANCARLO COLOMBO

2009 - La keniana Agnes Kiprop a vinto a tempo di record la diciannovesima edizione della maratona di Torino. Il suo 2:26:22 ha migliorato il 2:27:04 che l'estone Jane Salumae fece registrare l'11 maggio 1997. In quell'edizione la gara partiva da Avigliana e si concludeva nel capoluogo piemontese. Su quel percorso gli atleti potevano godere di un percorso in discesa, con oltre cento metri di dislivello a favore. Nell'edizione di domenica 19 aprile la Kiprop ha battuto l'etiope Tirfi Beyene (2:29:04) e Bruna Genovese (2:30:51). Seguono in classifica la russa Natalia Sokolova (2:31:52), l'ucraina Oksana Sklyarenko (2:39:38) e la francese Adeline Roche (2:42:41). Il settimo posto se l'è assicurato la seconda delle italiane, Loretta Giarda in 2:54:48. La pioggia ha caratterizzato questa edizione, ma non ha impedito a Ruggero Pertile di ottenere il personale. Con 2:09:53 è sceso per la prima volta sotto le due ore e dieci, battuto solo dal keniano Benson Barus (2:09:07). Un altro keniano, Paul Samoei (2:11:37) ha completato il podio. Pertile in precedenza vantava un 2:10:12, ottenuto con il primo posto a Roma il 28 marzo 2004. L'altra vittoria della sua carriera di maratoneta, iniziata a Venezia nel 1999 (2:15:00), si verificò nell'aprile 2006 a Padova, quando conquistò il titolo italiano con un tempo finale di 2:11:18 (a cura di Franco Civai, fotografia di Giancarlo Colombo).

TURIN MARATHON 2008

2000 - Ancora una volta la maratona di Torino ha portato alla ribalta un nome nuovo. Dopo tanti keniani è stata la volta di un etiope. Alemayehu Simeretu (o viceversa, a conferma che le generalità degli etiopi non sono sempre chiare) aveva corso nel 1999 a Losanna ottenendo il terzo posto in 2:14.53 ed a Francoforte, una settima dopo, dove era giunto secondo in 2:12.46. Proprio in queste gare era stato registrato come Simeretu Alemayehu. Anche l'anno di nascita lascia dei dubbi: a Losanna risultava del 1973, invece pare sia più giovane. Ma in ogni caso, ha dato l'impressione di grande autorità. Ne risentiremo parlare.

2000 - Anche quest'anno la "Turin Marathon", giunta ormai alla decima edizione, è stata dominata, dall'inizio alla fine, dagli atleti dell'Africa Orientale. Basti dire che nel gruppo di 14 unità che si è formato al comando già al primo chilometro erano presenti solo tre corridori con la pelle bianca: il nostro Barbi, lo sloveno Kejzar, il bielorusso Gordeev. Poco dopo metà gara, passata in 1:05.15, sulla discesa del lunghissimo rettilineo di corso Francia è cominciata la selezione, e in testa sono rimasti in sette: due etiopi e cinque keniani. Poco dopo il cartello del trentacinquesimo chilometro si è verificata un'ulteriore scrematura del gruppo dei battistrada, a quel punto rimasti in tre: i keniani Korir e Saina e l'etiope Simeretu. All'uscita dall'area verde del parco del Valentino, ovvero dopo trentanove chilometri di gara, Simeretu ha piazzato l'allungo decisivo, ed è andato a vincere indisturbato, col tempo di 2:08.33. Sotto le due ore e nove è rimasto anche, sia pure di un soffio, Elijah Korir, che ha tagliato il traguardo in 2:08.59, precedendo di un solo secondo il connazionale Saina. Al quarto e al quinto posto si sono piazzati altri due keniani: Josephat Rop e Raymond Chemwelo, che hanno impiegato rispettivamente 2:10:51 e 2:10:52. Da notare che tutti e cinque i primi arrivati hanno migliorato il primato personale. Non sono stati certo gli unici, fra i circa duemilatrecento concorrenti, a migliorarsi sulla distanza dei 42.195 chilometri, e questo è stato consentito soprattutto dalle favorevoli condizioni climatiche. Finalmente, infatti, la "Turin Marathon" è stata organizzata in quello che nelle regioni della pianura padana è il periodo climaticamente più adatto per una gara lunga, ossia fine marzo. E domenica 26 marzo a Torino le temperature sono oscillate fra 9 e 14 gradi centigradi, mentre il cielo, dopo una spruzzata di pioggia nei primissimi minuti di gara, è rimasto costantemente coperto. Ottimo tempo anche per la prima donna, la keniana Florence Barsosio, sorella della più famosa Sally, che, al suo esordio sulla maratona, è subito scesa nettamente sotto le due ore e mezzo, tagliando il traguardo dopo 2:27:58. Abbastanza distanziata è giunta la polacca Aniela Nikiel, che per due terzi di gara ha lottato con la Barsosio per la vittoria. Dietro la Nikiel, rimasta di un soffio sopra le 2:30.00 (con 2:30.02) si è piazzata l'etiope Tadelech Birra, col tempo di 2:31.44. In campo femminile la squadra keniana ha dunque pareggiato i conti con quella etiope, che ha conquistato la vittoria fra gli uomini. L'unica vittoria di un atleta italiano è stata quella conquistata dal quarantunenne perugino Maurizio Vagnoli, che ha prevalso fra i veterani con l'ottimo tempo di 2:22.09, che gli è valso il sedicesimo posto assoluto. Nella classifica degli ultraquarantenni Vagnoli ha preceduto due stranieri: il portoghese Josi Abrantes, che ha impiegato 2:28.22, ed il marocchino Abderrahim Boussad, giunto al traguardo dopo 2:28.42. Il dominio dei concorrenti stranieri in questa decima "Turin Marathon" è stato confermato, infine, dalla vittoria della keniana quarantenne Irene Kipkorir fra le veterane, che ha nettamente preceduto (2:41.20 contro 2:59.01) la seconda master, Maria Grazia Navacchia.

2000 - Il trentacinquenne toscano Roberto Barbi, giunto settimo, alle spalle dei fuoriclasse dell'Africa Orientale, alla decima "Turin Marathon", ha "salvato", col suo ottimo tempo di 2:11.28, il livello tecnico del campionato italiano assoluto di maratona, che quest'anno "mamma Fidal" aveva assegnato a Torino. Quello che fino a quindici anni fa era un appuntamento molto sentito e atteso dai migliori maratoneti italiani, è stato tristemente disertato dalle nostre prime schiere, sia in campo maschile, sia in quello femminile. Scorrendo l'ordine d'arrivo, si ha la nettissima impressione, infatti, che il 26 marzo si sia svolto a Torino non un campionato nazionale, ma regionale. Dietro Barbi, il secondo migliore atleta italiano è stato il torinese Nicola Ciavarella, autore di un'ottima gara, che l'ha portato al nuovo primato personale di 2:16.26. Primato personale (2:19.55) pure per il terzo, Mario Prandi, anch'egli torinese. Il quarto migliore italiano è stato il perugino Maurizio Vagnoli, che gareggiava, però (giustamente!), anche per aggiudicarsi il ricco premio in palio per il primo veterano. Al quinto posto troviamo un altro piemontese, il biellese Mario Cabrio, che ha impiegato 2:26.55. Un minuto e un secondo dopo di lui è giunto al traguardo il sudtirolese Karl Egarter. Il settimo italiano a concludere la maratona, col tempo di 2:28.49 (primato personale) è stato... un amatore, il torinese Walter Bandini. Come "amatore" è attualmente tesserato anche Franco Borelli, quarto fra i master, col tempo di 2:29:27. Pure Borelli è torinese, come lo sono gli "amatori" Daniele Fornoni (2:29.59), Matteo Avataneo (2:30:06) e Simone Marocco (2:30.53), ovvero il nono, il decimo e l'undicesimo fra i concorrenti italiani che hanno tagliato il traguardo. Insomma, più che nazionale o regionale, il campionato svoltosi a Torino si potrebbe definire "provinciale".

2000 - Se il livello tecnico del campionato italiano maschile di maratona è stato tutt'altro che eccelso, fra le donne i tempi non sono stati certo migliori, in proporzione, anzi. Anche qui la rassegna nazionale è stata nobilitata dalla presenza di un'atleta di ottima caratura, quale è la siciliana Patrizia Ritondo, che vanta pur sempre un primato personale di 2:35.33. In realtà, la mattina del 26 marzo Patrizia ha preso il via della decima "Turin Marathon" per svolgere un test di ventotto/trenta chilometri, nel quale voleva accompagnare un amico. Non a caso la Ritondo, che da qualche anno vive stabilmente a Torino, aveva lasciato la sua auto parcheggiata nelle vicinanze del cartello del trentesimo chilometro. Giunta a quel punto, ha però appreso che la seconda atleta italiana era staccata di parecchi minuti, per cui ha voluto sfruttare la favorevole occasione per aggiudicarsi con facilità un titolo italiano (e - chissà? - forse anche il premio di tre milioni che era in palio per la quinta arrivata). L'obiettivo è stato raggiunto senza problemi, col tempo di 2:48.56. Per vedere arrivare la seconda atleta italiana, si è dovuto attendere quasi sette minuti e mezzo, allorch‚ ha tagliato il traguardo l'umbra Deborah Bruni, in 2:56.25. Al terzo e al quarto posto della graduatoria delle maratonete di casa nostra si sono piazzate due torinesi, entrambe tesserate nel settore amatoriale: Maria Grazia Navacchia e Giulia Delmastro, che hanno impiegato rispettivamente 2:59:01 e 3:03.23.


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