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Mi hanno fatto sentire un eroe

Per noi podisti è tempo di bilanci dell'annata sportiva appena trascorsa. Ricordo con grande gioia soprattutto le maratone che ho corso: una in cui ho stabilito il mio personale (3:13.35), l'altra perché è un mito per ogni podista, la maratona di New York. A proposito di quest'ultima devo ringraziare l'Assindustria sport di Padova che mi ha dato la possibilità di correre nella Grande Mela. La società sportiva metteva in palio un viaggio a New York. Sono stato sorteggiato tra duecentoquarantadue atleti, e grazie a questo ho avuto l'opportunità di trascorrere sei giorni in questa meravigliosa città, correre al Central Park (con Gianni Morandi) e gareggiare nella maratona che sognavo.

La partenza da Staten Island, dal mitico ponte Giovanni da Verrazzano poi via di corsa attraverso Brooklyn, Queens, il Bronx (durante la maratona non c'è niente da temere!) fino ad arrivare a Manhattan attraverso il Central Park con due ali di folla ad incitare ogni atleta.

L'ultimo chilometro l'ho corso a braccia alzate perché a quel pubblico basta un gesto e ti fa eco con un boato. Mi hanno fatto sentire un eroe anche se sono un semplice amatore; 3:25.00 il mio tempo finale, ma qui ciò che conta è arrivare, lo testimonia l'entusiasmo con la quale vengono accolti all'arrivo gli atleti che vi transitano dopo sei-sette ore. Quando ci penso mi sembra di avere vissuto un sogno.


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