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Prefazione

Correre impegna gambe, cuore, polmoni, ma lascia alla mente la possibilità di pensare, sia che si corra in compagnia sia che si corra da soli. I pensieri vanno più veloci dei passi e più lontano dei sentieri e delle strade che il podista solitamente percorre.

I pensieri che affollano la mente del corridore rappresentano l'aiuto ed il supporto che la mente vuol dare al corpo, quando il corpo è sotto sforzo, per far così passare i tanti chilometri che ci si prefigge di percorrere ad ogni allenamento. Quanto Elio ha riportato in queste pagine è il frutto di quei pensieri che danno la spinta e la forza per superare la fatica che il corpo sopporta per raggiungere un obiettivo: migliorare se stessi. Il riscontro tangibile che gli allenamenti determinano è dato dall'abbassamento dei tempi di percorrenza su determinate distanze: dieci chilometri, mezzamaratona, maratona ed anche la centochilometri. Giungere al traguardo sempre prima delle altre volte, più che prima degli altri, è una soddisfazione che ripaga dei tanti sacrifici affrontati giorno dopo giorno, negli allenamenti. Sentirsi più forti per aver migliorato una determinata prestazione è indubbiamente un aspetto positivo e ricercato dal podista, ma non è solo il traguardo cronometrico a dare la piena soddisfazione a chi corre.

Ogni miglioramento nei tempi di corsa sarebbe una gratificazione parziale se non venisse supportata dalla passione e dall'amore per la corsa. I pensieri del podista che corre e s'allena lo portano spesso ad immaginare di partecipare a grandi competizioni, a tagliare traguardi mai raggiungibili nella realtà. Queste immagini fantastiche lo accompagnano nei tanti chilometri e gli permettono di dare una risposta alle gocce di sudore che calano sul viso.

Dai pensieri si ricava la forza che convince tanti di noi ad alimentare l'ardore delle proprie fantasie sportive, e ci si convince di tentare di far qualcosa di sempre più stimolante come ad esempio fare una maratona, ma anche percorrere cento chilometri. Una distanza, questa, che mette paura anche a quelli che sono abituati a sentir parlare di chilometri, e della cui difficoltà ci si rende conto quando in allenamento i muscoli qualche volta protestano. Ma una sfida è una sfida anche se ti chiedi "ma chi me lo fa fare", pensando che il primo è già al traguardo quando sei ancora a metà strada, da solo con i tuoi pensieri, con il rumore dei tuoi passi sull'asfalto e il sudore che cola lungo il viso. E quando hai raggiunto anche questo traguardo senti comunque di non essere arrivato fino in fondo alla tua strada.

Correre dà sempre nuove emozioni, sia che lo si faccia con obiettivi agonistici sia che si corra senza nessun motivo in particolare. Correre è piacevole, così tanto da non farti sentire il disagio della fatica. Ed è bello condividere con altra gente la stessa passione.

Elio ha avuto la fortuna di muovere i primi passi da corridore in una zona in cui l'ambiente podistico è sempre stato genuino, ruspante. Le corse podistiche di paese erano l'occasione per ritrovarsi con gli amici, accettando anche la loro sfida a chi arrivava prima, non tanto per l'idea di primeggiare, ma per il gusto di parlarne, da veri appassionati, nel tempo che intercorre tra una competizione e l'altra.

Le parole di Elio riportano le sensazioni e le esperienze di un podista pioniere, quando a metà degli anni settanta correre era una passione sportiva intrapresa da pochi appassionati. A quei tempi la maratona era una corsa per pochi e in Italia se ne correvano meno che non le dita di una mano. Volare in America per correre la maratona di New York era un'impresa che veramente pochi intraprendevano. E quando si ritornava a casa presentandosi alle corse locali con la maglietta di partecipazione della maratona della Grande Mela si era oggetto di invidia ed ammirazione. Ora, ad indicare come si sia sviluppato il mondo podistico, volare a New York equivale poco più che ad una gita turistica sportiva, tanto che sembra di partecipare, proprio per la presenza di tanti italiani, ad una corsa nostrana. Ma questi sono i podisti cresciuti sportivamente negli ultimi anni, e che non conoscono quella che era l'atmosfera degli anni dei pionieri della corsa. In questo libro i nuovi podisti troveranno i ricordi e le emozioni di chi ha vissuto quelle prime esperienze sportive. E chissà che le parole di Elio non rappresentino lo stimolo per alimentare i pensieri e le fantasie dei nuovi podisti che potranno far loro compagnia durante gli allenamenti.

Buona lettura e buona corsa, quindi.

Orlando Pizzolato


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