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VIII - I secolo aC

Avventurarsi in un nuovo viaggio diretti verso l'Età del Ferro alla ricerca di un popolo, i Celti, il cui unico sostrato culturale è tutt'ora discusso dagli studiosi, comporta un equipaggiamento mentale molto sofisticato. Il fatto che per la prima la mamma di Corrado si imbarchi insieme a Brigitte, l'amica provenzale, con i nostri eroi, rappresenta la novità più eclatante di questo episodio, a livello di intreccio degli avvenimenti. La famiglia allargata dei Celti si ricompone dentro Podaria attraverso il coinvolgimento di tutti i nostri protagonisti principali i quali, un po' come troviamo in Paperino e in Topolino, hanno legami che si sono stratificati all'interno degli episodi vissuti e non derivanti da relazioni di tipo parentale. A proposito di famiglia la partenza avviene sbirciando degli appunti, presi da mia figlia Ester. Bath, la prima città termale, è il primo luogo che si incontra. La leggenda ci parla di un certo Bladid, figlio del leggendario re Lear, mandato ad Atene dal padre stesso per esservi educato. "Qui contrasse la lebbra e, per non essere imprigionato, scappò e iniziò a lavorare come guardiano di maiali a Swainswick, circa due miglia dal sito della futura Bath. Egli notò che i maiali malati che si rotolavano in quei fanghi guarivano dalla scabbia e così si immerse anche lui riuscendo a guarire e fondò Bath" (Ester Presciutti, Appunti da una lezione all'Università di Economia e Commercio, Anno Accademico 2017-2018). Ed ecco che l'equipaggiamento mentale cui abbiamo accennato comincia a far parte degli strumenti adatti alla finzione, che spesso non è che una realtà più vera, dove si intravede il progetto e l'anima. Pensando a François Tuffaut (Parigi, 6 febbraio 1932 - Neuilly-sur-Seine, 21 ottobre 1984) direi che la vera realtà sta nella memoria e nella progettualità, nella finzione in costruzione, nella comunanza con le tracce lasciate dal genere umano. Sicuramente non sta minimamente nel presente. In effetti, insieme ai protagonisti di carta, in Via col tempo agisce anche l'Autore, anzi ci è immerso dentro, dopo aver rinunciato a ogni spessore antropico per acquisire quello del foglio di carta da disegno. A proposito di equipaggiamento in questo episodio possiamo notare come il cronocomando, usato nell'episodio de I Romani (pagg. 13 e segg.), diventi obsoleto. Questo strumento, che permetteva ai nostri eroi di spostarsi nel tempo rimanendo nello stesso spazio, aveva l'obbiettivo di ridimensionare l'uso eccessivo della macchina del tempo Podaria. A dirla tutta questo strumento diventa obsoleto relativamente, dato che il nostro viaggio non è lineare bensì circolare. Scrive Laura Rangoni ne La magia dei Celti (Milano, 2006) della differenza tra monoteismo giudaico cristiano e il politeismo pagano. Nel mondo celtico non solo passato-presente-futuro diventano un unico tempo, ma, come sanno i nostri intelligenti lettori, questo tempo non è che la quarta dimensione delle tre dimensioni spaziali: altezza, larghezza e profondità. Altri sono esentati dal capire, la loro rispettabilità e la loro importanza sociale non è in discussione. I nostri Celti, invece, tanto barbari, capiscono benissimo tutto fino alla scoperta delle "Curve Brigitte Bardot" (che poi è una sola, infinita). Non si sa davvero dove i nostri amici abbiano appreso tutto ciò di cui parlano. Ad esempio, al passo del Furlo, già visitato, ancora, nell'episodio de I Romani (pag. 10). Forse avevano letto un libro raro ed interessante, come lo sono spesso i libri rari, quello di Federico Uncini, I Celti nell'Appennino Umbro-Marchigiano (Fabriano 1992). Una piccola segnalazione a proposito della mamma di Corrado, della quale, per la prima volta, veniamo a conoscenza del nome, Monica. Da Wikipedia apprendiamo che "In Italia, il nome fu di moda a partire dagli anni 1960, sia per imitazione dell'uso in altre lingue sia per la fama di varie dive di successo, e ad oggi è diffuso soprattutto nella forma Monica, anche se si registra l'uso di Monika nelle zone bilingui e occasionalmente altrove (i relativi maschili, attestati, sono comunque rarissimi). In Scandinavia venne reso celebre da un film di Ingmar Bergman (Uppsala 1918 - Färö 2007) del 1953, Monica e il desiderio, raggiungendo i vertici della classifica dei nomi più usati negli anni sessanta e settanta". E così, percorrendo le strade dell'humour proprie del genere comix, dopo 270 pagine, abbiamo trovato il nome della mamma di Corrado. Eureka! D'altra parte Catone il censore (Tusculum, 234 a.C. circa - Roma, 149 a.C.), politico e scrittore romano, non notava la passione dei Celti, oltre che per la guerra, per le battute di spirito? Quando affrontavano le procellose onde del mare in tempesta con la spada non entravano forse in scena come su un palcoscenico teatrale? Il fatto che proprio nel viaggio nel mondo celtico le donne di Via col tempo abbiano partecipato direttamente all'impresa, trovando una di loro il proprio nome proprio e quindi la propria identità totale, non trova la sua risposta al British Museum di Londra nella mostra del 2015 Celts, art and identity? Descritti come un mosaico di clan litigiosi che andavano in guerra dipinti di blu a volte erano comandati dalle donne. I Celti maschi, d'altra parte, stavano inventando l'aratro di ferro, normale essendo l'Età del Ferro, e poi si vestivano di tatuaggi, forse per non disturbare le donne a cucire loro i vestiti.

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