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793 - 1066 dC

Dopo la preistoria, ritorna un altro episodio della saga, è proprio il caso di dirlo, di Via col Tempo. Ritroviamo ancora i nostri tre amici: il curioso quanto simpatico Corrado, il fido e inseparabile Bobi ed Alpied Einscarpein, strambo scienziato inventore di Podaria, la macchina del tempo a forma di scarpa da corsa, mediante la quale intende dimostrare l'uguaglianza del podismo in tutte le epoche e presso tutti i popoli. Questa volta, partendo da una lettera della fondazione per il premio Nobel (il premio istituito nel 1895 su disposizione di Alfred Bernhard Nobel, l'inventore svedese della dinamite) i nostri tre eroi fanno rotta a Stoccolma, la capitale della Svezia e di qui si lanciano in una strabiliante avventura nel tempo. La prima fermata di Podaria è nel bel mezzo del sacco di Lindisfarne, che risale al 793 d.C., ovvero la prima razzia vichinga di cui si abbia testimonianza grazie alle notizie raccolte dallo storico Simeone du Durham. Il monastero sull'isoletta di Lindisfarne venne saccheggiato e depredato di tutti i tesori. I monaci anglosassoni, che da oltre tre secoli occupavano quelle terre, furono testimoni di quello che lo storico del tempo definì "orrore mai prima d'ora apparso in Britannia". Un salto a bordo di Podaria ed i nostri amici sono di nuovo in viaggio nel tempo per visitare il nord della Francia di oltre un secolo dopo, dove hanno la possibilità di incontrare Rollone, primo duca vichingo di Normandia, anche noto come Rolf il Camminatore. Le notizie storiche ci tramandano infatti che costui avesse le gambe talmente lunghe da non trovare un cavallo tanto alto che fosse in grado di trasportarlo. Per dieci anni di seguito Rolf attaccò la Francia, finché Carlo il Semplice gli offrì della terra in cui stabilirsi. In cambio Rolf difese la Francia e i Franchi dagli attacchi degli altri Normanni o "uomini del nord" (dall'inglese "north man"). Dopo aver intravisto mentre cavalcano in cielo le Valchirie, le vergini guerriere il cui nome significa "quelle che scelgono gli uccisi" (nel Valhalla, il palazzo dalle 140 porte, il padre, il dio Odino aspetta che le figlie rientrino portando con sé le anime dei guerrieri morti in battaglia), Einscarpein, Bobi e Corrado, travestiti da vichinghi partecipano ad una improbabile Sagra del cinghiale che, tanto per restare in tema, perde la erre e diventa "saga". Qui appare il dio Thor, il più grande ed il più forte fra gli dei, amico degli uomini, così come nel notissimo fumetto dei supereroi della Marvel, ideato da Stan Lee e disegnato a partire dal 1962 da Jack Kirby. E Thor non sarebbe Thor senza il suo martello, Mjöllnir. Durante la festa fra i Franchi ed i Normanni si parla anche di "porchetta riciclata", facendo riferimento ai cinghiali Saehrimnir del Valhalla con i quali si nutrono gli eroi caduti in battaglia, cinghiali che resuscitano "ogni mattina dopo essere stati divorati la notte". L'avventura continua e dopo avere incontrato i giganti della montagna, celebrati anche da Luigi Pirandello nella omonima pièce teatrale, di nuovo a bordo di Podaria, i nostri tre amici si spostano in Russia per seguire da vicino le scorribande dei vichinghi, che usando i fiumi come mezzo di spostamento (e trasportando a piedi, sulle spalle, le navi da un fiume all'altro), riuscirono ad arrivare addirittura nel Medio Oriente, fino a Bagdad, in Iraq. Immancabile una citazione all'opera del 1924 "The Thief of Baghdad" dell'allora giovane regista americano Raoul Walsh, interpretata da Douglas Fairbanks, pellicola che inaugurò il filone dei film "mille e una notte". Nella loro espansione i vichinghi arrivarono a nord fino alla Groenlandia, o "terra verde" così chiamata in maniera astuta da Erik il Rosso per invogliare nuovi coloni a trasferirvisi in pianta stabile. Corrado, Einscarpein e Bobi, si trovano infine testimoni di un chiaro esempio di morale vichinga. La storia ci tramanda che i vichinghi erano orgogliosi di essere predoni, ma aborrivano l'essere considerati semplici ladri: "Una volta Egil Skallagrimsson, grande eroe islandese, mentre era prigioniero di un contadino, gli prese gli oggetti d'argento e fuggì; ma mentre correva via, pensò che stava comportandosi come un ladro. Si arrestò, tornò sui suoi passi e lo uccise. In questo modo ritenne di potersi appropriare del tesoro avendo la coscienza tranquilla"..

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