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3300 aC – 395 dC

Questo episodio racconta di un viaggio nel tempo che non è diretto tanto verso una specifica antica civiltà quanto soprattutto verso una disciplina scientifica: l'egittologia. Gli oltre tremila anni di storia di un popolo scorrono come il Nilo in una perfetta fusione di popolo e fiume, così Omero nell'Odissea che "per bocca di Proteo e Ulisse, dice invariabilmente Egitto per Nilo", come ci ricorda Jorge Luis Borges nel primo racconto della sua opera L'Aleph. Fusione di linea e movimento anche grafica considerato che la forma del delta nel basso Egitto è quella di un fiore di loto, come ci fa notare l'egittologo Christian Jacq. Se si considera poi l'epoca tarda degli Egizi, con l'occupazione persiana e l'Epoca greco-romana, il fiore di loto, delta di civiltà diverse, ci porta nelle braccia del sonno e del sogno allontanandoci dallo spazio-tempo. È quanto succede al professor Einscarpein e a Corrado (non a Bobi in quanto privo di memoria storica). Mai come in questo episodio l'esattezza è sfuocata. D'altra parte Italo Calvino nelle sue Lezioni americane scrive: "La precisione per gli antichi Egizi era simboleggiata da una piuma che serviva da peso sul piatto della bilancia dove di pesano le anime". Piuma sbattuta dal soffio del tempo viene ad essere Podaria, il cui motore è il pensiero, processo conscio e inconscio, più veloce della luce, in grado di far viaggiare nel tempo se indirizzato verso la scienza podistica come ormai ampiamente dimostrato dal professor Alpied Einscarpein. Luogo di fuga per la Sacra Famiglia nonché di avventura della conoscenza per Jean-François Champollion, che apre le porte all'egittologia scientifica, per i viaggiatori del tempo della nostra storia disegnata e manoscritta l'Egitto non è che uno dei percorsi dove correre stando in equilibrio sul filo della storia all'inseguimento del cammino delle civiltà non contaminato da tutte le diaboliche invenzioni successive al determinato spazio-tempo dove una civiltà eternamente vive, almeno finché l'umanità conserverà la memoria storica. L'avventura inizia in modo classico, un foglietto che cade da un libro usato, che rimandanda a Viaggio al centro della Terra di Giulio Verne. In ogni caso la scrittura all'incontrario che si trova in mano il professor Einscarpein nella prima vignetta della pagina 4 l'ha trovato veramente l'autore di questa storia a fumetti nel frontespizio di un libro preso in una bancarella, esattamente Darwin di Marcel Prenant, zoologo e parassitologo francese (1893-1983), Einaudi 1949. Se la storia prende il via da un oggetto estraneo agli Egizi, infinite cose interessanti che riguardano questo popolo ne sono rimaste fuori, per questioni di spazio o più esattamente di spazio-tempo. Se Bertolt Brecht ha scritto "Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?" occorre però sfatare l'immagine di "manuali scolastici e film holliwoodiani" che "hanno trasmesso l'immagine di schiavi sciagurati, che trascinavano giganteschi blocchi di pietra, frustati da capimastri sadici". Gli Egittologi ormai sanno, anche se le leggende sono dure da sfatare, che "nell'Egitto dei faraoni, la schiavitù non esisteva". Lo stesso Christian Jacq parla di contratto di lavoro e di salario corrispondente alle competenze. La verità è leggera, la menzogna pesante, si potrebbe dire. Nonostante le scienze presso gli antichi Egizi servissero soltanto a scopi pratici e bisognasse attendere i presocratici per avere il "pensiero", come ha scritto Federico A. Arborio Mella ne L'Egitto dei faraoni (1976) c'è da dire che col tempo la ricerca della verità, figlia del pensiero, è diventata un ramo del capitale finanziario acquistabile e vendibile. Il ritorno agli Egizi invece viene ad essere un ritorno all'infanzia della civiltà, anche se si pensa che il danaro, "che non circolò in Egitto che in epoca tarda e fu introdotto dai Greci, [...] veniva detto il grande pazzo" come ha scritto, ancora, Christian Jacq. Prima di abbandonarsi alla lettura di questa storia, anche considerando la presente introduzione, comunque, ricordarsi che si tratta solo di un fumetto, anche se nel senso più nobile del termine. D'altra parte Gaetano Strazzulla nella sua Enciclopedia I fumetti (Firenze 1970), così legata alla bibliografia presente nella tesi di laurea dell'Autore, considera scritti e disegni egizi tra gli antenati del fumetto. E niente di meglio per introdurre l'avventura che questa citazione dalla sua opera: "Nell'antico Egitto era consuetudine deporre nelle tombe dei defunti più ricchi il cosiddetto 'Libro dei morti', un rotolo di papiro con scritte e illustrazioni di credenze religiose. Sempre in Egitto circolavano vignette disegnate e colorate su papiri o scaglie di calcare [...]".

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